I GRANDI SANTI CI AUGURANO BUON NATALE!

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L’altra sera pensavo a come fare per augurare in modo degno un sereno Natale a tutti voi, cari lettori, ma soprattutto andavo alla ricerca di un modo per fornire uno spunto di riflessione sull’immenso dono che Dio ci ha fatto mandando sulla Terra il Suo Figlio prediletto. Come spesso accade in casi di difficoltà, ho chiesto consiglio al mio Angelo custode la cui risposta non si è certo lasciata attendere: solo attraverso la testimonianza dei Santi di tutti i tempi, donne e uomini come noi, il nostro cuore potrà iniziare veramente a comprendere e condurci così sulla via di una meditazione più profonda ed edificante del Mistero della Natività.

Lasciamo, dunque, parlare queste grandi figure iniziando con l’Apostola della Divina Misericordia, Santa Faustina Kowalska. L’umile suora polacca il 25 dicembre del 1934 scriveva: “ Messa di Mezzanotte. Appena iniziò la santa Messa, il raccoglimento interiore si impadronì di me, la gioia inondò la mia anima. Durante l’offertorio vidi Gesù sull’altare; era di una bellezza incomparabile. Il Bambinello per tutto il tempo guardò verso tutti, tendendo le manine. Quando ci fu l’elevazione il Bambinello non guardò verso la cappella, ma verso il cielo; dopo l’elevazione si rivolse di nuovo verso di noi, ma per poco tempo, poiché come al solito venne spezzato e mangiato dal sacerdote. La fascia l’aveva bianca. Il giorno dopo vidi la stessa cosa e lo stesso vidi il terzo giorno. E’ difficile esprimere la gioia che avevo nell’anima. Questa visione si ripeté durante tre sante Messe, esattamente come nelle prime”.  Il giorno di Natale del 1935 Santa Faustina scriveva, invece, sul suo diario: “ La Messa di mezzanotte. Durante la santa Messa ho visto di nuovo il Bambino Gesù, straordinariamente bello, che allungava sorridendo le Sue manine verso di me. Dopo la santa Comunione ho sentito queste parole: “ io sono sempre nel tuo cuore, non solo nel momento in cui Mi accogli nella santa Comunione, ma sempre”. Ho vissuto queste feste in una grande gioia”. Nel Natale del 1937, l’ultimo della sua vita terrena,  così annotava sulle sue pagine: “ Sebbene desiderassi vegliare un po’ prima della Messa di Mezzanotte, non mi fu possibile, poiché m’addormentai subito in quanto mi sentivo molto debole. Però  quando suonarono per la Messa di Mezzanotte, mi alzai immediatamente, sebbene mi vestissi con molta fatica, poiché ogni momento mi sentivo svenire. Quando giunsi alla Messa, subito fin dall’inizio m’immersi tutta in un profondo raccoglimento, nel quale vidi la Capanna di Betlemme inondata da tanta luce. La Vergine Santissima avvolgeva nei pannolini Gesù, tutta assorta in un grande amore. San Giuseppe invece dormiva ancora. Solo quando la Madonna depose Gesù nella mangiatoia, la luce divina svegliò Giuseppe che si unì a lei in preghiera. Dopo un po’ rimasi io sola col piccolo Gesù, che allungò le sue manine verso di me ed io compresi che lo dovevo prendere in braccio. Gesù appoggiò la Sua testina sul mio cuore e con uno sguardo profondo mi fece comprendere che stava bene accanto al mio cuore. In quel momento Gesù scomparve e suonò il campanello per la santa Comunione. La mia anima non riusciva a reggersi dalla gioia. Verso la fine della santa Messa però mi sentii così debole, che dovetti uscire dalla cappella e andare nella mia cella. Non fui più in grado di partecipare al tè con la comunità. Ma la mia gioia fu grande per tutta la durata delle feste, poiché la mia anima rimase unita al Signore senza interruzione”.

Dopo la messaggera dell’insondabile Misericordia, passiamo ora  al Santo dei Miracoli, Sant’Antonio da Padova che nell’iconografia tradizionale viene sempre rappresentato con il Bambino Gesù tra le baccia. Celebre è il racconto della visita che proprio il piccolo Messia fece al frate mentre si trovava a Camposampiero: “Trovandosi una volta il beato Antonio in una città a predicare, venne ospitato da un abitante del luogo. Questi gli assegnò una camera appartata, affinché potesse attendere indisturbato allo studio e alla contemplazione. Mentre dunque pregava, da solo, nella camera, il padrone moltiplicava i suoi andirivieni per la casa. Mentre osservava con sollecitudine e devozione la stanza in cui pregava sant’Antonio da solo, occhieggiando di nascosto attraverso la finestra, vide comparire tra le braccia del beato Antonio un bimbo bellissimo e gioioso. Il Santo lo abbracciava e lo baciava, contemplando il viso con lena incessante. Quel cittadino, stupefatto ed estasiato per la bellezza di quel bambino, andava pensando fra sé donde fosse venuto un pargolo così leggiadro. Quel bimbo era il Signore Gesù” (Lm. 22). Attraverso i Sermoni di Sant’Antonio possiamo, infine, gustare appieno il vero sapore del Natale: «Questo sarà per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12) «Che cosa significa dire: “Troverete un bambino”, se non che troverete la sapienza che balbetta, la potenza resa debole, la maestà abbassata, l’immenso fatto bambino, il ricco fattosi poverello, il re degli angeli che giace in una stalla, il cibo degli angeli divenuto quasi fieno per gli animali, colui che da nulla può essere contenuto, adagiato in una stretta mangiatoia” “Questo dunque sarà per voi il segno”. Per il Verbo incarnato, per il parto verginale, per il Salvatore nato sia gloria a Dio Padre nei cieli altissimi, e sia pace in terra agli uomini che egli ama. Si degni di concederci questa pace colui che è benedetto nei secoli. Amen».

Siamo giunti, infine, sulle tracce del grande San Francesco di Assisi, che durante la notte di Natale del 1223, a Greccio, sulla strada che da Stroncone prosegue verso il reatino, rievocò la nascita di Gesù, facendo una rappresentazione vivente di quell’evento. Quando arrivò nella città cercò un piazzale per fare una capanna che assomigliasse alla grotta di Betlemme. Incominciò allora a chiedere a tutti i pastori di aiutarlo a costruire una stalla, trovando anche un bue e un asinello. Poi, Francesco chiese a una coppia  di  posizionarsi nella stalla per rivestire i ruoli di Giuseppe e di Maria e, in mezzo a loro, depose una piccola culla fatta di paglia per accogliere il putto che avrebbe dovuto rappresentare il Bambinello. Tutti gli abitanti scesero in strada per assistere alla rappresentazione e, quando fu tutto pronto, Francesco incominciò a cantare il Vangelo di Natale, ma quando giunse nel  momento in cui Maria diede alla luce Gesù, accadde il miracolo: nella culla apparve Gesù Bambino in carne e ossa avvolto da una luce splendente. Il piccolo, gioioso e sorridente, prese vita più volte fra le braccia amorevoli di Francesco sotto gli occhi meravigliati di tutti i presenti. Fu proprio da questo episodio che nacque la bella e suggestiva tradizione del Presepe.

Pensate quali doni il Signore elargisce alle anime che sanno ascoltare e mettere in pratica la Sua Parola! Il segreto è abbandonarsi totalmente a Lui, come un bambino fra le braccia forti e sicure del padre: a noi il solo compito di vivere secondo la Sua Santa volontà ed essere felici.

Il Gruppo di Preghiera Regina della Pace di Chivasso e Torrazza Piemonte, augura a tutti un Santo Natale ricco di Gioia e di Amore con una speciale predilezione per tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito a cui siamo uniti attraverso un’ incessante Preghiera.

Che il dolce Bambino Gesù, la Sua premurosa Mamma e il Suo mite Papà proteggano e benedicano tutti voi e le vostre famiglie!

M.R.

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